giovedì 18 agosto 2016

BURKINI: SOLO UN INDUMENTO (TROPPO) CASTIGATO O SIMBOLO INQUIETANTE PER L'EUROPA?


È, purtroppo, l'argomento del giorno: burkini sì o burkini no? In proposito ho ricevuto una mail di Elisa da una città della Puglia. Lei è contraria a questo indumento sulle spiagge europee e, riassumendo, è d'accordo con quanto dice il primo ministro francese Valls per cui pensa che il costume integrale per le donne sia contrario ai valori dell'Occidente. «Quelle povere signore fanno una grande tristezza» dice Elisa. «Sono lugubri, come lugubre è la loro religione: contro la vita, contro la libertà, contro la gioia di vivere, contro natura, ossessionati dal sesso che reprimono, evidentemente. Che orrore! Ma quello che è peggio è che questa gente sta facendo di tutto per imporre anche a noi, che siamo i padroni di casa, le sue lugubri usanze. E ci riusciranno, a poco a poco, usando queste provocazioni come cavalli di Troia per fare breccia nella nostra democrazia che permette loro di fare quello che vogliono in nome della libertà di culto e di espressione. Basta vedere la posizione del nostro caro ministro degli interni Alfano! Però non è così a casa loro, dove la democrazia non esiste e se uno va in giro con il crocefisso al collo può essere incriminato e magari lapidato. E riguardo alla consigliera comunale di Milano, del Pd, Sumaya Qader, che va in giro velata per la città e dice che a lei il burkini piace e che non la rende meno libera, vorrei dire che invece rende meno libere noi donne europee. Che per noi rappresenta una minaccia che non possiamo accettare. E voglio vedere che cosa la suddetta consigliera comunale dirà fra qualche mese, quando si riaccenderenno le inevitabili polemiche su presepe sì, presepe no nelle scuole, con tanti presidi che lo aboliranno per non offendere la sensibilità degli musulmani! Si schiererà perché non venga abolito per rispetto alla sensibilità dei cristiani? Ragazzi, prepariamoci a convertirci tutti all'Islam con la forza e a tornare al medioevo e al terrore. È chiaro che vogliono conquistarci. Ma il fatto grave che ci sono europei che remano perché questo avvenga il più presto possibile. Vergogna!»
Sono d'accordo con te, Elisa: ormai l'islamizzazione dell'Europa è in corso e questo porterà a conflitti di popoli e religioni inenarrabili. È facile prevedere che l'Europa tra qualche decennio sarà un campo di battaglia da cima a fondo, e le continue polemiche di questi tempi sono solo le primissime avvisaglie. E farlo non è catastrofismo, ma realismo. Sulla Terra c'è sempre stata una rivoluzione dietro l'altra, è sempre stato così e sempre sarà. Al di là dell'indignazione, della paura e della disperazione, bisognerebbe assumere dunque un atteggiamento di osservazione della realtà così com'è, di presa di coscienza che tutto è in continuo mutamento. «Ah, è così?» bisognerebbe dire a se stessi, evitando il più possibile i giudizi. Il saggio è chi non si oppone al corso della vita. Può darsi, anzi è probabile, che un giorno l'Europa sarà in prevalenza islamica e che i nostri discendenti si dovranno asservire a questa religione. Durerà qualche secolo? Sì, se nel frattempo non interverrà qualche cambiamento epocale, dalle guerre atomiche ad altri eventi catastrofici imprevedibili attualmente. Come vedi, volendo c'è molto di cui preoccuparsi riguardo al futuro. Proprio come ciascuno di noi, soprattutto quando siamo più giovani, l'umanità è convinta di essere immortale, pensa che la Terra non avrà mai una fine e si comporta di conseguenza, in modo incosciente. E invece, per esempio, problemi come la mancanza di cibo e di acqua per i tanti miliardi di esseri umani che dovranno per forza viverci (a meno di emigrare su altri pianeti!) sono dietro l'angolo. Ma poi ci saranno altri cambiamenti ancora. Nulla è eterno. Anche il burkini passerà.

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