domenica 11 ottobre 2015

IL SEGRETO PER SENTIRSI LIBERI SECONDO JALAL-AL-DIN RUMI


Nei giorni scorsi ho riletto un bellissimo scritto del poeta e mistico Jalal-al-Din Rumi * (immagine sopra), che nacque nel 1207 nell'impero persiano, la regione attualmente chiamata Afghanistan, e ha lasciato all'umanità cose incredibili. Il titolo di questa sua ode è Il servo che amava le preghiere. Ha in sé due insegnamenti molto profondi: l'accettazione della realtà delle cose così come si presentano, senza volerle cambiare o forzare, e l'esortazione a restare collegati il più possibile con la nostra dimensione più interiore, con quell'oceano di silenzio pieno di echi e significati fondamentali per la nostra vita su questa Terra, nella dimensione umana, sul quale mi riprometto di tornare a meditare spesso, e sul quale invito anche voi a meditare, se vi va e se pensate possa servirvi, naturalmente.

All'alba un ricco
volle recarsi ai bagni di vapore. 
Svegliò il servo, Sunqur:
«Ehi! Muoviti! Prendi il catino e
gli asciugamani e l'argilla per lavarsi
e andiamo ai bagni».

Immediatamente Suqur prese tutto l'occorrente
e uscirono, camminando fianco a fianco.

Non appena ebbero oltrepassato la moschea, udirono la chiamata alla preghiera. 
A Suqur piaceva la preghiera delle cinque. 
«Per favore, padrone,
riposati su questa panca per un po' mentre io recito il sura 98,
che incomincia con le seguenti parole: 
“Voi che trattate il vostro servo con gentilezza”». 

Il padrone sedette sulla panca mentre Suqur entrava nella moschea.
Le preghiere finirono, e il sacerdote e tutti i fedeli 
se ne andarono, mentre Suqur rimase dentro. Il padrone aspettò
e aspettò. Infine gridò nella moschea:
«Suqur, 
perché non esci?»
«Non posso. La suprema intelligenza 
non me lo permetterà. Abbiate un po' di pazienza. 
Vi sento, là fuori».
Il padrone aspettò le sette,
poi urlò. Ma la risposta di Suqur era sempre la stessa:
«Non ancora. Non mi lascia uscire».
«Ma non c'è nessuno lì dentro,
tranne te. Tutti gli altri se ne sono andati. 
Chi ti trattiene ancora?»

«Colui che mi trattiene qui dentro è lo stesso
che tiene voi là fuori.
Colui che non farà entrare voi non lascerà uscire me».

L'oceano non permetterà al pesce di uscire dalle sue acque.
Così come tiene lontani gli animali terrestri 
quando il piccolo, delicato pesce si muove.

Le creature terrestri avanzano pesantemente sul terreno. 
Nessuna intelligenza può farvi niente.
C'è una sola possibilità di mutare questa situazione.

Dimentica il tuo aspetto. Dimentica il tuo sé. Ascolta il tuo Amico.
Quando gli ubbidirai in tutto e per tutto,
sarai libero.


* Fondatore della confraternita sufi dei dervisci rotanti (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. Dopo la sua morte, i seguaci si organizzarono appunto nell'ordine dei Mevlevi, i cui esponenti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali.




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