lunedì 23 dicembre 2013

IL SOLE, SIMBOLO DEL TESTIMONE INTERNO CHE OSSERVA DISTACCATO GLI ALTI E BASSI DELLE DUALITÀ DELLA NOSTRA VITA

Fuori la temperatura è fredda, le tenebre hanno ancora il sopravvento sulla luce, ma un grande Sole sta per nascere: una grande forza che rappresenta l'origine e l'unificazione di ogni forza creativa. Una Forza che è simbolo di consapevolezza, di realizzazione, di illuminazione.
Nel Sole sta il centro assoluto, il centro del ciclone che, malgrado il costante movimento alla periferia, rimane calmo ed immutato. Questo Sole è il seme interiore, il testimone che rimane intoccato dagli alti e bassi della dualità che incessantemente si agita tra gioia e tristezza, tra paura e speranza, tra aspirazione e disperazione.
Se da questo punto centrale osservi la periferia della tua esistenza, tutto appare chiaro, tutto appare illuminato, anche le situazioni che prima ti sembravano inspiegabili e difficili, perché sei in grado di ricondurle alla loro origine vera.
La Vita ha per te nella mani regali inattesi e sorprendenti opportunità. Ciò che tu ora devi avere sono occhi attenti così da poterli percepire. Sei di fronte alla possibilità di una grande trasformazione ed hai tutte le potenzialità per realizzarla. Se nella tua esistenz
a ancora non accadono miracoli, significa che qualcosa non sta andando per il verso giusto!
Ripeti adesso, dolcemente, lasciando che la vibrazione delle parole raggiunga il tuo cuore ed ogni cellula dei tuoi corpi:
“Ora sono pronto per il miracolo della mia vita”.

(da Meditazioni quotidiane - Pensieri di trasformazione di Dede Riva, meditazione del 23 Dicembre, Edizioni Mediterranee)

giovedì 5 dicembre 2013

OSHO: LA MEDITAZIONE FERMA IL PENSIERO E IL TEMPO E CI INTRODUCE NELLA DIMENSIONE DELL'ETERNITÀ

Voglio citare alcuni, bellissime affermazioni di Osho, raccolte nello stupendo, nel fondamentale volumetto intitolato  Che cos'è la meditazione, Mondadori editore. Li ho scelti a caso, perché sono davvero tutti sono profondi e commoventi e tutti da leggere con emozione. Si tratta di semplici frasi che però aprono spiragli incredibili sulla nostra dimensione spirituale oltre che… sulla grande saggezza e sensibilità di Osho, il più grande tra i maestri che amo, quello che sento più vicino. Mi auguro che queste sue parole possano insegnarci a meditare e soprattutto aprire i nostri cuori e le nostre esistenze.

La meditazione è FARE UN SALTO

Non potrai mai andare al di là della mente se continui a usarla. Devi fare un salto, e meditazione significa questo: fare un salto. Ecco perché la meditazione è illogica, irrazionale. E non può essere logica, non può essere ridotta alla ragione. Devi sperimentarla, solo se ne fai esperienza la conosci.
Quindi prova questo: non pensarci, provalo – prova a essere testimone dei tuoi pensieri. Siediti, rilassato, chiudi gli occhi, e lascia scorrere i tuoi pensieri proprio come le immagini scorrono su uno schermo. Guardali, osservali, fanne gli oggetti della tua attenzione. Se un pensiero affiora, osservalo profondamente. Non pensarci, semplicemente osservalo. Se inizi a pensarci, allora non sei un testimone – sei caduto in trappola.
Si sente un clacson da fuori – oppure abbaia un cane, o succede qualcosa – ed ecco che un pensiero affiora: «Sta passando una macchina». Non pensarci, semplicemente osserva quel pensiero: è affiorato e ha preso forma. Ora è davanti a te. Presto passerà, e un altro pensiero lo rimpiazzerà. Continua a osservare questo processo. Se sarai capace di osservare questo processo senza pensarci, anche per un solo momento, avrai fatto un primo passo, saprai qualcosa di ciò che vuol dire essere testimone. E questa è una cosa che ha un sapore diverso dal pensare – totalmente diverso. Ma occorre sperimentarla.
La religione e la scienza sono agli antipodi, ma in una cosa sono simili e mettono la stessa enfasi: entrambe si basano su esperimenti, tanto la religione quanto la scienza. Soltanto la filosofia è non-sperimentale. La filosofia si basa solo sul pensiero. Religione e scienza si basano entrambe su esperimenti: la scienza sperimenta sugli oggetti, la religione sulla tua soggettività. La scienza si basa su esperimenti con cose altre da te, e la religione su esperimenti direttamente con te.
È difficile, perché nella scienza c'è colui che fa l'esperimento, c'è l'esperimento e c'è l'oggetto su cui si compie l'esperimento. Ci sono tre cose: il soggetto, l'oggetto e l'esperimento. Nella religione tu sei tutte e tre queste cose nello stesso tempo. Sei tu che sperimenti su te stesso. Tu sei il soggetto, tu sei l'oggetto e tu sei il laboratorio. Non continuare a pensare. Comincia, da qualche parte, a sperimentare. Allora potrai sentire direttamente cosa sia pensare e cosa sia essere testimone. Allora ti renderai conto che non puoi fare entrambe le cose contemporaneamente, proprio come non puoi correre e stare seduto nello stesso momento. Se corri non puoi sederti, non sei seduto. E e sei seduto, non puoi correre. Ma sedersi non è compito delle gambe, piuttosto è un loro non-compito. Quando le gambe stanno funzionando, allora non sei seduto. Sedersi è un non-compito delle gambe; correre è un loro compito. Per la mente è la stessa cosa: pensare è un compito della mente, essere testimone un suo non-compito. Quando la mente non funziona, sei un testimone, e allora sei consapevole.

La meditazione è UN ESPERIMENTO

Non credi in Dio? Questo non è un ostacolo alla meditazione. Non credi nell'anima? Questo non è un ostacolo alla meditazione.
Non credi a niente? Questo non è un ostacolo alla meditazione. Puoi meditare lo stesso, perché la meditazione dice semplicemente come entrare dentro di sé: che ci sia o no un'anima, non importa; che ci sia o no un Dio, non importa.
Una cosa è certa: ci sei tu. Se ci sarai o meno dopo la morte, non importa. Una sola cosa ha importanza: in questo preciso momento tu ci sei, ma chi sei? Questo è meditazione: addentrarti nel tuo essere più profondo. Forse è una cosa momentanea, forse tu non sei eterno, forse con la morte finisce tutto. Noi non poniamo alcun presupposto a cui credere. Noi diciamo solo che devi sperimentare. Prova. Un giorno accadrà: i pensieri non ci saranno più! E improvvisamente, quando i pensieri spariscono, tu e il tuo corpo siete separati – poiché i pensieri fungono da ponte. Sei collegato al tuo corpo attraverso i pensieri, essi sono il legame. Improvvisamente il legame sparisce, allora ci sei tu, c'è il corpo, e c'è un abisso infinito tra voi due. A quel punto tu sai che il corpo morirà, ma che tu non puoi morire.
Quindi la meditazione non è qualcosa di simile a un dogma, non è un credo, è un'esperienza – evidente in se stessa.
Quel giorno la morte sparisce; quel giorno il dubbio sparisce, perché tu non devi più continuare a difenderti. Nessuno ti può distruggere, sei indistruttibile. Allora cominci ad avere fiducia, una fiducia traboccante. E avere fiducia significa essere in estasi; significa essere in Dio; significa sentirsi appagati.
Pertanto io non dico: coltiva la fiducia. Io dico: sperimenta la meditazione.

La meditazione è IL PARADISO

La meditazione è uno stato naturale dell'essere, uno stato che abbiamo perduto. Essa è un paradiso perduto… ma il paradiso può essere riconquistato! Guarda negli occhi dei bambini, guarda, e ci vedrai un silenzio e un'innocenza straordinari. Ogni bambino nasce in stato meditativo, ma poi bisogna iniziarlo alla società e ai suoi modi; bisogna insegnargli come pensare, come contare, come ragionare, come discutere; bisogna insegnargli parole, linguaggi, concetti. E piano piano egli perde il contatto con la sua innocenza. Viene contaminato e inquinato dalla società. Diventa un efficiente meccanismo, non è più un essere umano.
C'è solo bisogno di conquistare ancora una volta quello spazio. L'hai conosciuto in passato, per cui, quando incontri per la prima volta la meditazione, ti stupisci – perché hai la sensazione fortissima di averla già conosciuta. E questa sensazione corrisponde al vero: l'hai già conosciuta, ma l'hai dimenticata. Il diamante si è perso sotto mucchi di spazzatura. ma se riesci a eliminarli troverai di nuovo il diamante – esso è tuo.
Non lo si può davvero perdere, si può solo dimenticare. Noi nasciamo come meditatori, poi impariamo le vie della mente. Ma la nostra vera natura rimane nascosta da qualche parte nel profondo di noi, come una corrente sotterranea. Un giorno, basta scavare un po'… e troverai la sorgente, acqua fresca che sgorga ancora dalla sorgente. E trovarla è la gioia più grande della vita.

La meditazione è RICORDARSI DI SÉ

Ovunque tu sia, ricordati di te stesso, che esisti: questa consapevolezza di esistere deve diventare costante. Non il tuo nome, la tua appartenenza, la tua nazionalità, queste cose sono futili, assolutamente inutili. Ricorda solo: «Io sono». Questo non deve essere dimenticato. Questo è ciò che gli indù chiamano «ricordarsi di se stessi», che Buddha ha chiamato la «giusta attenzione», che Gurdjieff di solito chiamava «rimembranza di sé», e Krishnamurti «consapevolezza».
Questa è la parte essenziale della meditazione, ricordare che «Io sono». Mentre cammini, siedi, mangi o parli, ricorda: «Io sono». Non dimenticarlo mai. Sarà difficile, molto difficile. All'inizio continuerai a dimenticarlo; solo in alcuni momenti ti sentirai illuminato, poi ti sfuggirà. Ma non essere infelice: anche un solo momento è già molto. Continua: ogni volta che puoi ricorda di nuovo, afferra di nuovo quel filo di consapevolezza. Quando dimentichi, non ti preoccupare – ricorda di nuovo, afferra di nuovo quel filo sottile, e a poco a poco gli intervalli si ridurranno, cominceranno a diminuire, ci sarà continuità. E ogniqualvolta la tua consapevolezza diventa continua, non hai bisogno di usare la mente. A quel punto, non c'è alcune pianificazione, agisci a partire dalla tua consapevolezza, non dalla tua mente. Non c'è bisogno di chiedere scusa, non c'è bisogno di dare nessuna spiegazione. Sei quello che sei, qualsiasi cosa tu sia. Non puoi fare nient'altro. Puoi solo ricordarti di te stesso continuamente. Attraverso questo ricordo, questa attenzione cosciente, si ha l'autentica religione, l'autentica moralità.

La meditazione è SENSIBILITÀ

È la luce della consapevolezza che rende le cose preziose, straordinarie… così le piccole cose non sono più piccole. Quando un uomo, sulla spiaggia, tocca un semplice sassolino con attenzione, sensibilità e amore, quel sassolino diventa una pietra preziosa. Mentre se tocchi una pietra preziosa senza esserne consapevole, essa è un semplice sassolino, anzi nemmeno quello. La tua vita sarà tanto più profonda e avrà tanto più significato quanto più sarai consapevole.
Oggi, ovunque nel mondo, la gente chiede: «Qual è il significato della vita?». Il significato si è perso, è ovvio, perché hai perso la strada per trovarlo – e la strada per trovarlo è la consapevolezza.

La meditazione è CRESCERE

Invecchiare è una cosa priva di valore, qualunque animale lo fa, non c'è bisogno dell'intelligenza. Crescere è un'esperienza completamente diversa. L'invecchiamento segue una linea orizzontale; la crescita una linea verticale, che ti porta in profondità e ti eleva.
E, cosa piuttosto strana, ti sorprenderà sapere che il tempo segue una linea orizzontale. Un momento passa, un altro momento arriva, poi un altro, e un altro ancora… in linea, una linea orizzontale. Il tempo segue una linea orizzontale e lo stesso fa la mente. Un pensiero è seguito da un altro pensiero, e poi da un altro, e da un altro ancora, ma in linea, in fila, in processione, o anche in un semplice viavai, ma comunque orizzontale.
La meditazione segue una linea verticale, va al di là della mente e al di là del tempo. Forse, alla fine, ti renderai conto che tempo e mente sono equivalenti, due nomi per lo stesso fenomeno – il susseguirsi orizzontale di momenti, o di pensieri. Meditazione significa fermare sia il tempo sia la mente, e d'un tratto cominci a elevarti nell'eternità. L'eternità non è parte del tempo e non è un pensiero. L'eternità è un'esperienza.


Continuerei ancora all'infinito a citare le parole di Osho, capaci di proiettarci sulle vette dell'eternità: non mi stancherei mai di farlo, anche perché abbiano la maggiore diffusione possibile e creino felicità scacciando l'infelicità, ma ovviamente non è possibile andare oltre. Vi consiglio semplicemente leggere il suo libro, è fondamentale per tutti coloro che vogliono approfondire l'esperienza della consapevolezza. E un piccolo consiglio: quando fate la meditazione “del ricordo di sé”, provate a dire, anziché “Io sono”,  “Io esisto” oppure “Io sono pura esistenza e dimentico tutto il resto di me”: su di me funziona meglio, e forse anche su di voi.