venerdì 26 luglio 2013

L'IRA? UN SENTIMENTO DA NON REPRIMERE MA DA OSSERVARE MENTRE NASCE, CRESCE E SVANISCE

Ha scritto Marco Aurelio* nei suoi Ricordi o Pensieri, uno scritto di meditazioni e di pensieri, appunto, rivolti “a se stesso”, che ebbe modo di scrivere in greco negli intervalli delle numerose guerre combattute:

Gli scatti d'ira e i dispiaceri che ne seguono producono in noi danni di gran lunga più gravi delle stesse cose per cui ci adiriamo e ci affliggiamo.
Busto marmoreo che raffigura
l'imperatore romano
Marco Aurelio. 

Ed ecco come commenta questo aforisma Claudio Lamparelli** nel suo volumetto L'arte della serenità, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori:  

La calma è il primo dei requisiti necessari a realizzare se stessi, ad essere se stessi. «Chi è in preda all'ira è come un pazzo» scrive Seneca***, e, in effetti, anche nel linguaggio comune, si dice che è “fuori di sé”. Non è più lui che agisce, ma un altro individuo che emerge dalle profondità della preistoria.
L'ira è insomma una forma di regressione, almeno quando si configura come una perdita di controllo.
«Nessun'altra passione è costata così cara all'umanità» dice ancora Seneca, che si riferisce evidentemente agli spropositi, alle liti, alle guerre e ai disastri di ogni genere che ne sono venuti.
Per evitare di cadere nella sua trappola, sono stati escogitati diversi stratagemmi. Consiglia per esempio Pitagora****: «Quando sei in preda all'ira, non fare e non dire niente».
Le tecniche di meditazione insegnano ad osservarne la nascita nel momento stesso in cui si innesca: bisogna notare la causa che la scatena e la reazione interna.
Quando ci si abitua ad esercitare la consapevolezza su questo impulso – e sugli analoghi moti interni (odio, rabbia, collera, ecc.) –, si crea già una prima distanza e si dà l'avvio ad un processo di trasformazione. Si può anche marcare mentalmente: “Questa è ira, questa è rabbia, questo è odio…”
L'osservazione distaccata di queste potenti ondate emotive, negative o positive, costituisce il fondamento della “conoscenza di sé”. Chi arriva a contemplarne il sorgere, la crescita, la diminuzione e lo svanire, si trova di fronte allo stesso spettacolo dello scorrere di una giornata, con la sua alba, il suo mezzogiorno, il suo pomeriggio e il suo tramonto.
Ogni fenomeno naturale, esterno o interno, segue questa evoluzione.
Una simile comtemplazione può diventare una vera e propria “cura di sé”. L'ira va evitata – come scrive Seneca – «non solo per ottenere la moderazione, ma anche per acquisire la salute». Infatti, giungere a controllare ciò che Publilio Siro***** definisce «il più grande dei nemici» significa acquisire notevoli benefici sul piano della salute fisica e su quello della salute psicologica, due condizioni strettamente collegate.
Una forte ira sfocia nel furore, il quale provoca sia una tempesta ormonale che danneggia il corpo, sia uno squilibrio psicologico che per un certo tempo oscura il nostro stato di benessere…
Lo scopo della meditazione non è tanto quello di reprimere un sentimento che può anche essere giustificato (per esempio quando si reagisce a un'ingiustizia), quanto quello di evitarne i danni e di utilizzarne nello stesso tempo la carica emotiva.
Il saggio non è un uomo che non prova sentimenti (e risentimenti), bensì un individuo che non si fa travolgere e guidare dalle opposte emozioni, riconoscendo che il comportamento giusto non può che scaturire da una mente calma e limpida. Quale giudice potrebbe essere equo se si facesse ispirare dall'odio o dall'amore?
Dichiara Seneca: «La maggior prova di saggezza è non cedere all'ira».

* Marco Aurelio (Roma, 121 d. C. – Vindobona [odierna Vienna] o Sirmio, 180 d. C., imperatore romano dal 161 al 180). Fu impegnato in numerose guerre per stroncare rivolte (in Britannia, Germania, Armenia, Mesopotamia occidentale) e arginare le invasioni dei Barbari, specialmente Marcomanni e Quadi. Singolare figura di imperatore che portò, come si suol dire, la filosofia sul trono, assolse con scrupolo e successo i gravosi compiti di un'incessante guerra difensiva e nella politica interna sperimentò l'attuazione di principi informati a grande umanità.

** Claudio Lamparelli: scrittore, traduttore e studioso di storia delle religioni, ha scritto numerosi libri che in particolare hanno come argomento la meditazione.

*** Seneca: scrittore e filosofo latino (Cordova, 5-4 a. C. – Roma, 65 d. C.).

**** Pitagora: filosofo greco (Samo, 571-570 a. C. – Metaponto, 497-496 a. C.).

***** Publilio Siro: mimografo latino (prima metà del I secolo a. C.).  
 

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