sabato 27 aprile 2013

IL “SALUTO ALL'ALBA”: ECCO COME DOVREMMO SENTIRCI QUANDO RIAPRIAMO GLI OCCHI LA MATTINA



SALUTO ALL'ALBA
di Kalidasa (poeta indiano del VI secolo d.C.)*

Guarda il giorno che nasce!
Poiché è la vita, la vera vita della vita.
Nel suo breve corso
Posano tutte le verità
e le ricchezze della sua esistenza:
La gioia della crescita,
La gloria dell'azione,
Lo splendore del compimento.
Poiché ieri non è che un sogno
E domani soltanto una visione,
Ma il vivere bene oggi rende
Ogni giorno trascorso un sogno
Di felicità
E ogni domani una visione di speranza.
Guarda perciò attentamente il giorno che nasce!
Questo è il saluto all'alba.

Ho voluto ricordare questa bellissima poesia perché vi ho trovato un importante parallelo in queste parole scritte da Jon Kabat-Zinn nel suo Dovunque tu vada, ci sei già.

«Praticando la consapevolezza di primo mattino si riporta alla mente che il cambiamento costante è nell'ordine delle cose; buone o cattive che siano, vanno e vengono, e assumendo un atteggiamento di costanza, saggezza e pace interiore sarà possibile affrontare qualsiasi situazione dovrebbe presentarsi. La scelta quotidiana di alzarsi di buon'ora per praticare ha questo significato. Talvolta la definisco la mia “routine”, ma in realtà si tratta di ben altro. La consapevolezza è proprio l'opposto della routine.
Se siete restii ad alzarvi un'ora prima del solito, potete sempre provare ad anticipare di mezz'ora o quindici minuti oppure cinque: è lo spirito che conta. Anche cinque soli minuti di pratica della consapevolezza al mattino possono essere molto validi; cinque minuti possono rivelare quanto si è attaccati al sonno e quanta disciplina e determinazione sono necessarie per ricavare anche un minimo spazio per se stessi, per rimanere svegli senza fare nulla. Dopo tutto, la mente pensante trova sempre la scusa quasi credibile che, dal momento che non si fa nulla, non esiste nessuna urgenza e forse nemmeno un motivo reale per agire così, quindi perché non concedersi qualche altro minuto di sonno e iniziare domani?
Per avere il sopravvento su tale prevedibile opposizione da parte di altri angoli della mente, già la sera prima occorre decidersi di alzarsi presto, senza tener conto di questi pensieri. È questo il sapore dell'autentica intenzionalità e disciplina interiore. Lo si fa semplicemente per assolvere all'impegno assunto, all'ora prefissata, piaccia o no alla mente. Dopo un certo periodo la disciplina diverrà parte di noi. È semplicemente una nuova scelta di vita. Non si tratta di un dovere, non comporta una costrizione. È solo uno spostamento dei vostri valori e delle vostre azioni.
Se non siete ancora pronti (o anche se lo siete) potete sempre utilizzare l'attimo stesso del risveglio quale momento di consapevolezza, il primo del nuovo giorno. Ancor prima di muovervi cercate di prendere coscienza del fatto che la respirazione funziona. Percepite il vostro corpo sdraiato nel letto e rilassatevi. Chiedetevi: “Sono sveglio ora? Comprendo che mi viene concesso il dono di una nuova giornata? Sono pronto? Cosa accadrà oggi? In questo momento non lo so veramente. Anche se penso a cosa devo fare so accettare di non saperlo? Posso vedere l'oggi come un'avventura? Lo vedo già ricco di possibilità?”

PROVA: prendete l'impegno di svegliarvi più presto del solito. Già questo può cambiare la vostra vita. Fate in modo che quel tempo, quale sia la sua durata, sia dedicato all'essere, a un'attenzione voluta. Non dovete trascorrerlo altrimenti che in piena coscienza. Inutile elencare mentalmente gli impegni della giornata e vivere “in anticipo”. Questo è un momento atemporale di serenità, di presenza, da vivere per voi stessi.
Inoltre, al momento del risveglio, prima di scendere dal letto, sintonizzatevi col vostro respiro, percepite le varie sensazioni del vostro corpo, notate i pensieri e i sentimenti presenti, cercate di immettere consapevolezza in questo momento. Riuscite a sentire il vostro respiro e il nascere di queste sensazioni mentre respirate? Assaporate il respiro che entra liberamente nel vostro corpo in questo momento? Chiedetevi: “Sono sveglio”?»

Non è forse questo il messaggio racchiuso anche nella bellissima poesia di Kalidasa appena citata?

* Secondo quanto egli stesso raccontava, in gioventù Kalidasa era rinomato per la sua bellezza che fece sì che una principessa chiamata Vidiottama si sia potuta sposare con lui. Kalidasa era cresciuto però senza molta istruzione, mentre la principessa era estremamente erudita e così cominciò a vergognarsi dell'ignoranza e della rozzezza del suo sposo. In un'occasione Vidiottama trattò con sarcasmo Kalidasa e questi allora decise di uccidersi gettandosi in un pozzo. Ma in un momento di lucidità chiese aiuto alla dea cui era molto devoto, Kalì, dalla quale fu ricompensato con il dono improvviso e straordinario della capacità di scrivere poesie. Per questo si ritiene che in realtà il nome Kalidasa (servitore di Kalì) sia probabilmente uno pseudonimo basato sulla grande devozione del poeta verso la dea prediletta. D'altra parte si ignora il vero nome di Kalidasa. E quello di Vidiottama probabilmente non si riferisce a una principessa in carne e ossa bensì all'erudizione come concetto, perché infatti deriva da “vidià”, conoscenza, e “ut-tama”, suprema, molto al di là dell'ignoranza. 
Entrato al servizio del re Vikrama Aditia come poeta, Kalidasa divenne il più brillante dei “navaratna”, nuovi gioielli della sua corte. E da allora le sue poesie sono diventate immortali.  




1 commento:

  1. Scusi, è possibile avere i riferimenti bibliografici di questo suo post? Grazie in anticipo.

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