mercoledì 21 novembre 2012

IL PROBLEMA DEI MONACI TIBETANI IMMOLATI? È GIUSTO SUICIDARSI IN QUESTO MODO PER UNA CAUSA PUR COSÌ IMPORTANTE?


In alto, due monaci tibetani a un incontro di preghiera per ricordare
 i loro confratelli immolati. Nella foto sopra, il monastero di Kardze' da cui provenivano
molti dei monaci che si sono sacrificati finora.
Mi scrive Renzo G. da Padova per chiedermi il mio parere sui tanti casi di monaci tibetani che si immolano, che cioè si suicidano dandosi fuoco per protestare contro il rifiuto del governo popolare cinese di concedere l'indipendenza al loro Paese. Devo dire innanzitutto che, se non erro, in Italia si parla pochissimo di questo problema, mentre per esempio la tivù francese, nel corso della trasmissione Envoyé spécial mandata in onda proprio nelle scorse settimane su France 2, lo ha trattato in tutta la sua drammaticità con un bellissimo reportage. Che cosa penso di questo gesto estremo dei monaci tibetani? Che io capisco benissimo e condivido la loro aspirazione alla libertà per il Tibet, naturalmente, come per tutti i popoli dei Paesi sottomessi in qualche modo alla forza straniera, e mi rendo conto che questo è un gesto che con il suo estremismo vuole attirare sul problema l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e di tutti quei governi ai quali è cara la libertà dei popoli, ma lo trovo anche di una grande violenza contro se stessi, così come lo è anche il digiuno della fame e della sete scelto comunemente per altre forme di protesta in nome spesso della non-violenza e del pacifismo. Mi sembra strano, dunque, che una religione come il buddismo, per la quale ho la massima ammirazione e il massimo rispetto, e che comunemente si ispira al concetto di non-violenza appunto, in realtà contempli il suicidio compiuto in questo modo terribile quasi come una legittima forma di protesta, mentre invece è, ripeto, una forma di violenza estrema, alla stessa stregua dell'omicidio, naturalmente. Credo che si dovrebbero trovare altre forme di protesta, altri modi per far parlare il mondo della questione tibetana. E forse non è facile, lo so.

lunedì 12 novembre 2012

IL FIORE D'AUTUNNO: UN INNO ALLA DIVERSITÀ

Ricevere una mail accorata e per certi versi drammatica come quella di Antonio, della provincia di Messina, è un'eperienza toccante. Almeno per me lo è stata. È un giovane di appena 22 anni che vive una realtà veramente dura, come quella dell'impossibilità di trovare un lavoro in una terra martoriata dalla mafia e per questo votata alla povertà, ma soprattutto quella, intima e di tipo esistenziale, di non riuscire a vivere serenamente di fronte agli altri la propria diversità, ovvero la propria omosessualità. Una condizione che Antonio in cuor suo ha finito con l'accettare superando con fatica e solo in parte i pregiudizi che gli altri, le persone vicine, la società, nutrono al riguardo e che cercano di instillare anche indirettamente in lui, come nelle nuove generazioni, perché si conformino alla cosiddetta normalità. Per anni Antonio ha vissuto un conflitto tra i propri impulsi e questi pregiudizi, che l'hanno portato a sentirsi una persona indegna, sporca, e a voler forse porre fine alla sua giovane vita, pur sentendo dentro di sé sentimenti e impulsi genuini e puliti nei confronti dell'amore e della sua sessualità seppure diversa. Siccome Antonio si domanda se anche per lui prima o poi verrà l'amore e mi ha richiesto un consiglio, un aiuto psicologico e morale, vorrei dirgli che la sua omosessualità, come l'omosessualità in generale, non deve essere più un problema per lui (e auspichiamo tutti anche per la società, finalmente). E che, oltre alla mail privata che gli ho inviato in risposta alla sua, vorrei dedicare proprio a lui, ma anche ai tanti ragazzi in difficoltà per gli stessi motivi, questo passo intitolato Il fiore d'autunno, dedicato proprio alla “diversità” in generale, tratto dallo stupendo libro di Dede Riva* Meditazioni quotidiane - Pensieri di trasformazione, pubblicato molti anni fa da Edizioni Mediterranee (ignoro se ne siano in circolazione delle ristampe, ma forse no, e questo lo rende ancora più prezioso per chi, come me, ne conserva religiosamente una copia un po' ingiallita). Ecco allora il testo relativo, per la precisione, alla meditazione quotidiana del 3 novembre:

«È normale pensare che la natura fiorisca in primavera, ma ci sono anche fiori che sbocciano in autunno ed in inverno.
Sono pochi, per la verità, ma di una bellezza prepotente. Il colore dei loro petali infatti si staglia talmente sui toni smorzati, propri di queste stagioni, da catturare l'attenzione di chi li scorge. È uno shock vero e proprio, un ricordare perentorio a tutto il tuo essere che la Vita, apparentemente ritirata da tutto ciò che ti circonda, continua a fluire silenziosa, con qualche rara – e perciò più preziosa – esplosione, qualche geiser di colori che ti lascia senza fiato per la sua potenza.
Anche se qualche pioggia autunnale appesantisce questi fiori, se ne fa cadere qualche petalo a terra, nulla viene tolto alla loro forza e alla loro bellezza che a questo punto si fa addirittura struggente.
Ricorda, anche se esiste un tempo “canonico” di fioritura, seguito dalla stragrande maggioranza, ogni momento può essere buono anche per pochi altri.
Se vedessi oggi un fiore sbocciare, cercheresti di convincerlo che non è il momento giusto? Gli chiederesti di aspettare? Sarebbe un tentativo inutile, velleitario ed aggressivo.
Puoi fare di meglio per te e per lui: rispettare il suo tempo, osservarlo in tutta la sua bellezza, benedirlo con animo colmo di gratitudine e gioire insieme a lui del suo straordinario, sorprendente aprirsi alla Vita».

* Dede Riva (nella foto in alto) è una nota esperta di Yoga, Scienza dello Spirito e Angelologia, nonché di Psicodinamica. Vive e lavora a Milano. Ha collaborato con importanti periodici e reti televisive, diretto la rivista Psicodinamica e organizzato convegni nazionali e internazionali sui temi cui è interessata.


sabato 20 ottobre 2012

ACCETTARE LO STATO DELLE COSE ED ESSERE UN TESTIMONE: ECCO DUE SEGRETI PER LA BEATITUDINE SECONDO OSHO

Ogni volta che lo leggo, mi emoziona e mi riempie di voglia di infinito. Secondo me è proprio Osho il più grande illuminato che abbia avuto il secolo scorso, quello dalle idee più aperte, universali. Credo sia sbagliato dire rivoluzionarie, perché in lui non c'è proprio niente di eversivo, solamente è iconoclasta, controcorrente, anticonformista, obiettivo, limpido, umano e, di conseguenza, divino. Ha avuto il coraggio di denunciare tutte le assurdità, le ingiustizie, i pregiudizi che dividono gli uomini e sono alle base della tante guerre che hanno insanguinato la loro storia.
Ho tra le mani uno dei suoi libri più recenti che s'intitola L'Abc del risveglio, Mondadori Editore. In ordine alfabetico, sono passati in rassegna dai suoi collaboratori tutte le principali tematiche che Osho ha trattato durante le conferenze pubbliche tenute un po' in tutto il mondo e gli incontri offerti agli allievi nel suo International Meditation Resort di Pune, in India.
Ho scelto per chi legge tre “voci” tratte da questo libro che mi hanno particolarmente affascinato non solo per la semplicità, ma anche per la profondità e la potenzialità di innescare una salutare trasformazione per tutta l'umanità, se solo volesse ascoltare queste parole divine. Vorrei condividerle con chi legge questo blog.

Fattualità

Il Buddha usa moltissimo la parola “fattualità”. Nella lingua del Buddha è tathata: la fattualità, lo stato delle cose. La meditazione buddhista non è altro che vivere costantemente in questa parola, con questa parola, così in profondità che la parola scompare e tu diventi la fattualità.
Mangi, dormi, respiri, ami, piangi in quella fattualità: diventa il tuo stile di vita, non hai bisogno di preoccupartene né di pensarci, è ciò che sei.
Per esempio, sei malato. Quest'attitudine “essenziale” è accettarlo e dire a te stesso: “Tale è la natura del corpo”, oppure: “Così stanno le cose”. Non creare alcuna lotta, non iniziare a lottare.
Hai mal di testa, accettalo: è la natura delle cose. All'improvviso accade un cambiamento, perché quando questo atteggiamento prende piede, il cambiamento lo segue, come un'ombra: se riesci ad accettare il mal di testa, il mal di testa scompare. Provaci: se accetti la malattia, questa inizia a scomparire. Come mai? Perché ogni volta che lotti, la tua energia è divisa: metà dell'energia si muove nella malattia, nel mal di testa, e metà dell'energia lotta contro il mal di testa. Si verifica una spaccatura, una rottura e la lotta… in realtà, questa lotta provoca un mal di testa ancora più profondo. Quando accetti, quando non ti lamenti, quando non lotti, l'energia dentro di te si integra e ogni spaccatura viene colmata. Allora si sprigiona una quantità di energia enorme, perché non esiste più alcun conflitto; e la stessa energia che si sprigiona diventa una forza che guarisce.
Questa parola, tathata, può operare così profondamente da essere efficace sulla malattia fisica, sulla malattia mentale e infine sulla malattia spirituale: è un metodo segreto, che porta al dissolversi di ogni malattia. Questa è la bellezza dell'assenza di lotta: trascendi, non sei più sullo stesso piano. E questa trascendenza diventa una forza che guarisce: all'improvviso il corpo inizia a cambiare. La stessa cosa accade alle preoccupazioni mentali, alle tensioni, alle ansie, all'angoscia. Perché una cosa ti preoccupa? Non sei in grado di accettarla, per questo ti preoccupa: vorresti che fosse diversa.
Per esempio, quando l'amore scompare, cosa puoi farci? Non hai scelta: non è possibile forzare l'amore… non si può far nulla contro natura. L'amore era una fioritura, ora l'amore è appassito. La brezza era entrata nella tua casa, ora si è spostata in un'altra. Questa è la natura delle cose: continuano a muoversi, a cambiare. Tu vorresti che questo amore rimanesse per sempre; nulla può essere eterno in questo mondo: tutto ciò che appartiene a questo mondo è momentaneo. Questa è la natura delle cose, la loro essenza, tathata.
Non puoi lottare contro “lo stato delle cose”, lo devi accettare.
Ricorda, la vita non ti asseconderà mai: tu dovrai assecondare la vita; lamentandoti o con gioia, questa è la tua scelta. Se l'asseconderai di malavoglia, soffrirai; se l'asseconderai con gioia, diventerai un buddha e la vita diventerà estasi.
Quando la consapevolezza esiste nella sua più completa nudità, ha un proprio splendore: è la cosa più bella che esista al mondo. Ma perché sia così, ci si deve immergere nell'accettazione della natura delle cose. Ricorda, la parola “accettazione” non è un granché. È troppo pesante – a causa tua, non a causa della parola in sé – in quanto tu accetti solo quando ti senti impotente: accetti con riluttanza, malvolentieri. Accetti solo quando non puoi fare nient'altro, ma in cuor tuo desideri ancora; vorresti che fosse diverso. Accetti come un mendicante, non come un re… e la differenza è immensa.
Quando accetti veramente in tathata, non esiste alcun rimuginare e non ti senti impotente: comprendi, semplicemente, che questa è la natura delle cose.
Tathata significa “accettazione con un cuore totalmente aperto”, non è affatto impotenza. Quando accetti la natura e ti dissolvi in essa, ne segui il corso. Non hai alcun passo personale da compiere, non hai una tua danza privata, non hai neppure una piccola canzone tua, da cantare: la canzone del Tutto è il tuo canto, la danza del Tutto è la tua danza. Tu non sei più un'entità separata.

Osservare

Medita, diventa sempre più silenzioso, sempre più distaccato dalla mente, diventa sempre meno identificato con il tuo processo di pensiero. Diventa un osservatore, continua a essere testimone di tutto ciò che passa per la mente e questo stesso processo in sé contiene tutto il segreto. Lentamente vedrai sempre meno pensieri arrivare, perché non dai più loro il benvenuto, non ti interessano, non ti ci aggrappi, non scegli questo piuttosto che quello, perché non giudichi più: pensieri buoni, pensieri cattivi, sono tutti uguali. Grandi pensieri, piccoli pensieri, sono tutti uguali, Tu rimani distante, distaccato, un osservatore sulla collina.
Un po' alla volta, sempre meno traffico… e un giorno, all'improvviso, cominciano a verificarsi degli intervalli. Un intervallo di pochi secondi e avrai un assaggio dell'ignoto. E una volta assaggiato qualcosa della nonmente, la tua vita reale ha inizio. Allora tutto è gioia, tutto è benedizione.
Ma per essere meditativi, occorre molta intelligenza. Non puoi continuare a essere così come sei, non puoi continuare a essere stupido. Devi essere molto allerta!
Disidentificandoti dal meccanismo corpo-mente, diventa un testimone, uno che guarda, un osservatore sulla collina. E mentre tu diventi un testimone, un osservatore, la collina si fa sempre più alta e la valle oscura rimane alle tue spalle. Per un po' di tempo ancora vedrai la valle, poi lentamente diventerà così distante che non riuscirai nemmeno più a vederla, non ne sentirai più il rumore; e arriva il momento, sulla vetta suprema, in cui la valle non esiste più per te.

Testimone

Nell'essere testimone la mente rimane solo come un biocomputer, un meccanismo, ma separato da te. Non sei più identificato con essa: quando ne hai bisogno puoi usarla, esattamente come usi un registratore. La mente è un registratore, ma non ha bisogno di essere accesa continuamente, non per ventiquattr'ore al giorno.
Quando occorre la mente, il testimone, l'uomo di meditazione, l'uomo di consapevolezza, è in grado di accenderla e spegnerla: quando vi parlo ho bisogno di accendere la mente, altrimenti il linguaggio non è possibile, la nonmente è silenziosa, non ha linguaggio. Solo la mente può fornire il linguaggio: devo usare la mente per relazionarmi con le vostre menti, è l'unico modo, quindi l'accendo.
Quando torno nella mia stanza la spengo, perché non ne ho bisogno.
Quando sei un testimone la mente permane, ma non lavora in continuazione. La tua identità con essa è spezzata: tu sei colui che osserva e la mente viene osservata. È un meccanismo meraviglioso che la natura ti ha donato, quindi puoi usarlo quando serve, come memoria, per i numeri di telefono, gli indirizzi, i nomi, i visi… è un ottimo strumento, ma niente di più.

giovedì 21 giugno 2012

PARLA CON SKYPE E UN GIORNO VEDRAI APPARIRE UNO SPIRITO: LO DICE LA MEDIUM MARILYN ROSSNER

Recentemente, nel Palazzo dei Congressi dell'ExpoMeloneras a Maspalomas (Gran Canaria) si è tenuto il primo Congresso del Mistero cui hanno partecipato alcuni tra i sensitivi e medium più famosi al mondo come la nordamericana Marilyn Rossner che ha dato prova al pubblico delle sue facoltà medianiche con una dimostrazione intitolata Siete invitati nel cielo.
Qualcuno le  ha chiesto di pronunciarsi sul terribile disastro aereo di Los Rodeos, avvenuto a Tenerife nel 1977.
«Ricordo tutto come se avvenisse in questo momento» ha risposto Rossner. «Stavo facendo yoga e ho avuto la visione di due aerei che si scontravano. Dopo due settimane si è verificato l'incidente aereo più terribile della storia dell'aviazione. Nei giorni successivi la visione si è ripetuta più volte ed ero disperata perché sentivo che sarebbe avvenuto qualcosa di terribile, ma non sapevo che cosa fare per evitarlo. Ho cominciato a chiamare tutte le compagnie aeree, ma nessuno mi ha dato retta, anzi mi hanno presa per pazza. Alla fine ho sentito una voce che mi diceva: “Oggi è quel giorno”. E infatti l'incidente è avvenuto proprio quel giorno. Ho provato un grande dolore e capito anche la differenza tra premonizione e profezia, poiché ci sono cose che possiamo evitare e altre no».
Considerata come la migliore medium al mondo, Marilyn Rossner esorta tutti quanti a imparare la verità che nasconde la soglia estrema della vita da tutti temuta, ossia la morte fisica.
«La verità è che andiamo incontro ad altri livelli di coscienza completamente diversi, perché nel mondo spirituale ci sono piani distinti» afferma con convinzione. «Ed è del tutto indifferente che viviamo dieci o cento anni sulla terra. Si tratta comunque di un periodo molto corto se lo paragoniamo con quello che vivremo nel mondo spirituale».
La medium spiega che tutte le guerre si fermerebbero se gli uomini sapessero che vivranno dopo il cambiamento che tutti quanti affrontiamo dopo la morte.
«Stiamo arrivando a un'epoca in cui avremo un numero maggiore di manifestazioni sulla Terra provenienti dall'altro mondo grazie alle tecnologie avanzate» afferma con certezza. «Parla con skype e un giorno vedrai apparire uno spirito».
Riguardo all'attuale crisi economica afferma che non potrà sfociare in una guerra mondiale poiché  le profezie Maya, la Cabala e le altre scritture preannunciano che la guerra reale non sarà tra le persone, bensì tra le forze dell'oscurità e quelle della Luce.
La medium non ha voluto chiarire certi temi del film Poltergeist ispirato a lei, però ha spiegato che senza dubbio quello spirituale è un mondo di allegria, e non come è rappresentato al cinema.
Rossner ha anche spiegato che veniamo sulla Terra per purificarci e per prendere coscienza di ciò che siamo realmente.

Ed ecco un'intervista completa rilasciata da Marilyn Rossner.

Quando si è resa conto del suo dono? 
«A quattro anni ho avuto una visione. Ho sentito una voce nel mio orecchio destro che mi diceva che Cristo è Dio, è il Signore. E ho visto due bambini vicini l'uno all'altro, che si tenevano per la mano e cantavano “Siamo uno nello Spirito”. Poi mi si è avvicinato un uomo dal viso sconosciuto. Era lo spirito del maestro spirituale indiano Sivananda, che mi ha preannunciato quello che avrei fatto in seguito nel corso della mia vita. Ed è stato all'età di sei anni che ho cominciato a vedere le persone care morte, e pensavo che tutti potessero farlo. Solo a 14 anni i sono resa conto che non tutti potevano vedere e ascoltare chi è passato nell'altra dimensione. Che non tutti vedevano i colori dell'aura come potevo fare io».

Perché solo poche persone possiedono questo dono? 
«Tutti veniamo sulla Terra con una predisposizione a capire la verità, a conoscere il mondo spirituale. E possiamo sperimentare questo mondo in diversi modi: attraverso visioni, suoni, sensazioni, sentimenti o pensieri. La maggior parte delle persone non è cosciente di questo fenomeno perché in fondo ne ha paura. Quando abbiamo paura costruiamo automaticamente una barriera e non riceviamo le informazioni che ci circondano. Ma attualmente ci sono molte più persone che cercano di capire, che stanno sviluppando il desiderio della ricerca. Specialmente ora, con tutte le tragedie e i disastri che accadono, le persone cercano di capire sempre più il mondo spirituale attraverso l'intuizione. Viviamo in un universo multidimensionale e tutte le dimensioni si mescolano tra loro».

Com'è possibile rompere questa barriera?
«Dopo tutto è molto facile. Dobbiamo imparare a cambiare la frequenza della mente in modo cosciente. Bisogna imparare a respirare in un modo particolare e a distinguere i sentimenti. L'energia arriva a noi dal livello più alto della coscienza e così arriviamo a percepire qualche cosa di diverso nel nostro corpo fisico. Nello stesso modo in cui abbiamo le nostre sensazioni esterne, abbiamo anche le nostre sensazioni spirituali e possiamo distinguere tra un'energia e l'altra. Noi non siamo un corpo o una mente: siamo spirito, spirito che ha un corpo e una mente. La verità non sta fuori di noi, sta dentro».

Che cosa avviene quando moriamo prima di poter arrivare alla Luce?
«Usciamo dal corpo. È un processo che richiede da 19 a 21 giorni, e una volta che siamo fuori dal corpo le nostre guide spirituali ci aiutano ad andare verso la luce, perfino persone care che ci hanno lasciato. È molto importante che ci dirigiamo verso la luce quando la vediamo, lì avviene una festa di celebrazione con le persone che ci hanno conosciuto sulla Terra e vogliono salutarci. Poi passiamo in un giardino di riposo, dove continuiamo a vivere nel mondo spirituale».

Che cosa vogliono da noi gli esseri di luce?
«Semplicemente che la gente conosca la verità, che sappia che si continua a vivere dopo la morte. Che capisca che ciò che avviene qui è solo un'esperienza e che dobbiamo andare molto oltre. Viviamo un'epoca davvero straordinaria e il mondo spirituale ci dice che qualunque cosa pensiamo si materializzerà».

Che influenza ha il dono che possiede nella sua vita quotidiana?
«Mi dà sempre maggiori informazioni, anche se in realtà non cerco mai di indagare sulla vita delle persone. Quando però qualcuno mi dice una bugia me ne accorgo all'istante. Per il resto, conduco una vita molto semplice: sono vegetariana, pratico lo yoga, cammino, prego. Sono molto felice perché conosco il mondo spirituale e so che la vita continuerà dopo la morte».

mercoledì 29 febbraio 2012

LA MENTE? SI SENTE A DISAGIO QUANDO LA OSSERVIAMO: PUÒ FERMARSI O METTERSI A CORRERE


Joan Borysenko (foto a sinistra) è una scienziata americana dalla mente molto aperta. Nel corso delle sue ricerche ha scoperto i benefici di tecniche orientali ed “esoteriche” come lo yoga o la meditazione. Perciò le ha utilizzate per curare i propri pazienti in qualità di psicoterapeuta.
Ecco un estratto di un suo bellissimo libro, Guarire con la mente, edito in Italia da Sperling & Kupfer, e prezioso per tutti coloro vogliono raggiungere un più profondo stato di consapevolezza e vivere più sereni e in salute.

«Di che cosa è fatta la mente? Si cessa di esistere se la mente si ferma completamente, smette di funzionare?
Provate a fare questo esperimento prima di proseguire oltre. Poiché la mente si esprime a parole, per il minuto che segue diventate il Testimone, l'ascoltatore della vostra mente. Chiudete gli occhi, espirate come se emetteste un sospiro di sollievo, eseguite tre respirazioni diaframmatiche e ascoltate la vostra mente per un minuto.
Che cosa è successo? Probabilmente una di queste due cose: o avete osservato i vostri pensieri passare oltre o, stranamente, i pensieri mancavano del tutto. I miei pazienti spesso si stupiscono del fatto che quando osservano la mente da vicino questa tenda a fermarsi o a rallentare. Steve Maurer, mio collega alla Clinica Mente/Corpo, spesso afferma che la mente si sente a disagio quando la osserviamo. Solitamente, quella di essere Testimoni della mente (sia che diventi improvvisamente silenziosa sia che continui a correre) è un'esperienza di tranquillità. Non si cessa di esistere se la mente si calma. Si è sempre consapevoli della propria esistenza e del proprio stato di coscienza, e quella consapevolezza è serena. Fate nuovamente questa prova per un minuto.
La meditazione sviluppa la capacità di prendere coscienza di una parte della mente del tutto priva di ogni atteggiamento critico: quella del Testimone. Il Testimone è la parte della vostra mente che osserva, che è cosciente del pensiero. Poiché il Testimone è al di là dell'ego, non resta invischiato nei giudizi ed è, di conseguenza, soddisfatto in qualsiasi situazione. Un altro nome del Testimone è l'Io, o la mente non condizionata. È uguale in tutti noi perché non è subordinata a quelle che sono state le nostre esperienze. Esiste anteriormente all'esperienza e alla comparsa delle diverse parti della mente. In numerose, differenti psicologie e filosofie l'ego viene chiamato io con la i minuscola perché rappresenta la nostra storia personale, completa di tutte le limitazioni dei nostri atteggiamenti e delle nostre paure. L'Io con la I maiuscola rappresenta il potenziale totalmente illimitato… Autorealizzazione è quando una persona si identifica con l'Io o il Testimone, anziché con l'ego».

PER UN FUTURO COMUNE DI PACE, COMPRENSIONE UMANA E RISPETTO DELLA TERRA


E’ tempo che la parte più saggia e consapevole dell’umanità si riunisca e collabori per invertire l’attuale tendenza distruttiva e realizzare un futuro comune di pace, comprensione umana e rispetto della Terra.
Ogni individuo, ogni associazione è determinante in questo processo di evoluzione della coscienza globale.
Solo Uniti possiamo fare la differenza.


PROGETTO GLOBALE 2012-2018

INCONTRO NAZIONALE 3-4 MARZO 2012
TEATRO ACCADEMICO DI BAGNI DI LUCCA

LA RETE DELL'ALLEANZA PLANETARIA
Il 2012 è iniziato con un ottimo risultato: dopo l'Incontro dell'11-11-2011 siamo passati da 6.000 persone iscritte al Censimento Globale ad oltre 110.000! Se manterremo questo passo arriveremo sicuramente alla Massa Critica entro fine anno.
Se non conosci ancora il Progetto Globale 2012-2018 clicca qui e potrai leggere una presentazione del progetto stesso e ti invitiamo anche a cliccare qui per entrare sulla homepage del Censimento Globale.
La nostra proposta è quella di creare un'Alleanza tra tutte le Associazioni. Finora abbiamo identificato le aree maggiori in cui è strutturata la nuova cultura globale
1) Ecologia, nuove tecnologie e sostenibilità
2) Economia etica e commercio solidale
3) Volontariato e sostegno internazionale
4) Salute globale e benessere psicofisico
5) Nuova scienza, nuova arte e nuova educazione
6) Pace, intercultura e diritti umani
7) Spiritualità, etica e ricerca interiore

Scopi dell’Incontro sono:
1. Facilitare un’Alleanza Globale tra le persone e le associazioni che in Italia e nel mondo operano per un mondo pacifico, umano e sostenibile.
2. Iniziare la cooperazione e la collaborazione su: progetti comuni, l’organizzazione della rete, la creazione della redazione del "Giornale della Rete": un Cyber Magazine, in cui ogni persona e associazione può scrivere articoli, scambiare progetti, costituzione di gruppi di lavoro nelle varie aree.
3. Idee per collaborare con gli altri Network globali: Wiserearth, Earth Charter, Club di Budapest, Pace, Eco, e molte altre...
4. Organizzare una grande manifestazione o molte grandi manifestazioni per il 12-12-2012, “Giorno della Coscienza Globale”.
5. Saranno proiettati Filmati con messaggi di maestri spirituali e di famosi ecologisti sulla necessità di un risveglio della coscienza globale e di un’alleanza in rete.

Parteciperanno all'incontro:
Ervin Laszlo (già proposto come Premio Nobel per la Pace), Nitamo Montecucco (ricercatore in neuroscienze ed esperto in cultura globale), Enrico Cheli (Prof. di Sociologia, Univ. di Siena), rappresentanti di WiserEarth, rappresentanti delle grandi associazioni nazionali di ecologia (WWF, Lega Ambiente, Green Peace), della pace, dei network (OlisticMap, Wiserearth, CONACREIS, Innernet, Peacelink, SICOOL, Creativi Culturali, ecc.), delle riviste (Re Nudo, AAM Terranuova, Spirito Libero, ecc.) e molti altri.

Il Progetto Globale 2012–2018
Il Progetto Globale 2012-2018 è un importante programma culturale di collaborazione internazionale su cui stiamo lavorando da molti anni; è una strategia evolutiva di vasta portata che ha lo scopo, entro il 2012, di realizzare una prima Massa Critica tra le associazioni dei “Creativi Culturali”, la parte più sensibile e responsabile della società, e di catalizzare così entro il 2018 il salto di consapevolezza necessario per realizzare le basi di una società globale etica e sostenibile.

I “Creativi Culturali” e la nuova Cultura Globale
Il sociologo Paul Ray ha definito i “Creativi Culturali” come le persone sensibili al degrado della Terra e al dolore umano, che si interessano all’ecologia, alla pace, al volontariato, ai diritti umani, alla salute naturale, alla spiritualità, al commercio etico, al bene comune. I Creativi Culturali siamo tutti NOI che in ogni parte della Terra desideriamo un mondo migliore e cerchiamo di realizzarlo con amore nella vita quotidiana e nella società. Noi e le nostre associazioni stiamo creando una nuova Cultura Globale.
Secondo le ricerche sociologiche internazionali la “nuova cultura emergente” negli anni '70 era circa il 2%, negli anni '90 era al 25%, nel 2005-2007 (Italia, USA, Giappone, Francia, Ungheria) era salita al 33-35% e ora si stima intorno al 37-40% della popolazione totale.
Siamo quindi già ora oltre 2 miliardi di persone nel mondo che vogliono pace, diritti umani e rispetto della Terra, ma che non sono consapevoli del proprio numero! Siamo un numero enorme di persone responsabili e creative che potrebbero cambiare la società e le scelte globali ma NON abbiamo potere perché siamo frammentati in miriadi di movimenti e associazioni. (vedi immagine Curva)
In una decina di anni (2023-2024) dovremmo raggiungere il fatidico 51% ma la crisi economica potrebbe rallentare questa data al 2030 o addirittura al 2040, con il rischio che il sistema crolli prima che noi riusciamo a creare una rete che cambi le cose. Il progressivo peggioramento dei parametri ecologici, economici e sociali a livello globale ci pone quindi di fronte alla necessità di riunire le forze e creare un salto di coerenza tra di noi e tra le nostre associazioni. Il futuro del pianeta dipende dalla nostra capacità di sviluppare una nuova coscienza umana e planetaria, più unita e collaborativa. Dobbiamo necessariamente iniziare da noi stessi e dalle nostre associazioni.

La crisi globale si può risolvere solo con un salto di consapevolezza globale!

La Massa Critica e la Rete Planetaria delle Associazioni (NGO)
Noi siamo una “minoranza” dimenticata dalla politica e dall’informazione “ufficiale” solo perché NON siamo consapevoli del nostro numero e del nostro potere. Per cambiare la situazione dobbiamo prendere coscienza di essere parte del più grande Movimento Culturale Planetario mai esistito, con oltre 2 miliardi di persone nel mondo che condividono gli stessi valori.
Per riprendere il nostro giusto potere nella società, nei media, nella gestione dell’informazione, occorre iniziare creare una “Massa Critica” di persone e associazioni che si riuniscano consapevolmente! Ricerche internazionali hanno evidenziato che quando l’1% di una società si riunisce in modo consapevole intorno ad un progetto o ad un’idea, costituisce una Massa Critica: un "gruppo di coerenza" in grado di influenzare significativamente l’intera società. Per questo abbiamo realizzato il Censimento Globale (vedi immagine).Visitalo!
Il nuovo sito www.censimentoglobale.it è aperto dal 11-11-2012 e in 2 mesi siamo passati da 6.000 a oltre 110.000 iscritti!
Iscriviti anche tu! come persona, professionista o Associazione.
Attraverso il Censimento Globale cercheremo di raggiungere una Massa Critica di 60 milioni di persone nel mondo, 450 mila in Italia. Questo realizzerà il primo nucleo di Rete Globaledelle Associazioni che operano per un mondo pacifico e sostenibile.
Vi preghiamo di fare girare queste informazioni a tutte le persone e le associazioni amiche.
Vi aspettiamo numerosi!

Note logistiche
La partecipazione all'Incontro è gratuita! Ci sono tuttavia solo 300 posti disponibili.
Per motivi organizzativi e logistici abbiamo quindi assolutamente bisogno di sapere chi e quanti di voi intendono partecipare all'incontro al fine di poter garantire la migliore accoglienza.
SCRIVETECI una email di adesione.
Se decidete di rimanere overnight - come auspichiamo - potete trovare la lista dei possibili alloggi cliccando qui o sul sito del Club di Budapest Italia.

Per maggiori informazioni:
Segreteria 0583.86404 – cell. 348.3516269 – cell. 348-9811400
diresecutivo@clubdibudapest.it per Paolo Vittozzi
maricaberetta@clubdibudapest.it per Marica Beretta.
www.reteolistica.it, www.clubdibudapest.it, www.censimentoglobale.it